Storia di Giulia: SEI
Lui non può più permettersi di non vederla e di non parlarle.
Negli ultimi tempi, la situazione tra loro era un po’ degenerata ma non gli è chiaro cosa le abbia fatto chiudere i ponti così di netto.
Deve capire e non accetterà un altro silenzio come risposta.
La sta aspettando fuori dall’ufficio; sono le 18 e 30 di un mercoledì sera.
Eccola.
Giulia esce frettolosamente.
Sta indossando gli occhiali da sole in quanto, nel bel mezzo di Giugno, le giornate sono lunghe e luminose.
La sua magrezza è palpabile.
Non è stata mai così magra neanche i primi tempi, durante il momento dell’innamoramento, quello in cui l’eccitazione è così densa, da alimentare anche l’essere.
Lei alza lo sguardo e lo vede.
Si inchioda sulla porta, estremamente turbata poi, con uno scatto lesto si precipita in direzione del grande parcheggio pubblico a poche centinaia di metri dall’ufficio.
Lui la segue, non ha nessuna intenzione di farla scappare.
Quando la raggiunge le acchiappa un braccio.
Lei cerca di divincolarsi; è visibilmente emozionata ma non dice una parola.
– Giulia, dobbiamo parlare! –
Lei tira il braccio verso di se, ignorando il graffio che le unghie di lui, le procurano sulle carni.
– Giulia, fermati, tu DEVI parlarmi! –
Il tono è minaccioso ma lei continua nel suo ostinato mutismo mentre, con forza, si divincola dalla sua stretta.
Lui è sempre più arrabbiato e ferito.
Senza accorgersene sta aumentando la pressione delle dita attorno al suo braccio.
Lei ha una smorfia di dolore sul volto ma, caparbia, continua a tirare e rimanere zitta.
Ad un tratto un ragazzo si avvicina e, rivolgendosi a Giulia chiede -Tutto bene?-
Lui risponde per lei – Tutto bene, fatti i fatti tuoi! –
Il ragazzo lo fissa e poi si rivolge nuovamente a Giulia.
– Tutto bene? –
Giulia finalmente apre la bocca per parlare.
– No, io voglio andarmene a casa.. –
Il ragazzo blocca con forza il polso di lui e lo guarda negli occhi, con sguardo molto deciso.
– La signora ha detto che vuole andare a casa –
Lui molla la presa e ritrae il braccio, rabbioso.
Giulia si massaggia la parte arrossata e si allontana, senza guardarlo in volto.
– Non finisce qui – dice lui, camminando all’indietro per mantenere lo sguardo fisso sui due.
Il ragazzo non si sposta di un millimetro e copre Giulia con la sagoma del suo corpo.
Giulia trema, l’adrenalina le scorre addosso sotto forma di un brivido caldo che nasce dal collo, per diramarsi gelato su tutto il cranio.
C’erano cose che poteva accettare un tempo ma ora ha deciso di riprendersi la sua vita e, malgrado sia molto scossa, è felice per avere resistito.
Tutte le dipendenze sono difficili da abbandonare benchè siano in grado di causare danni fisici o psicologici.
Lui è stato il suo vizio peggiore e ora, nel lasciarlo, sta facendo più fatica di quando ha smesso di fumare.
– Grazie – sussurra con voce tremante.
– Stai bene? – Le dice lui guardandola negli occhi.
Ha gli occhi castani, profondi, bellissimi.
– Sto bene – Risponde lei accorgendosi che, per la prima volta dopo tanto tempo, non è più una completa bugia.
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