La fatica partorisce i sogni
La fatica partorisce i sogni e quando essi compiono un anno, non sono più sogni, ma felicità impacchettata.
Il mio sogno oggi ha un anno.
Desideravo scrivere ed essere letta; è avvenuto.
Desideravo dimostrare che diventare grandi non significa fermarsi e adattarsi ai confini immutabili della propria sagoma ma osare costruirne di nuovi; è avvenuto.
Desideravo dimostrare che non sono solo una madre, un venditore o una bionda tinta di quasi quarant’anni..
E’ avvenuto.
Quest’anno è stato solo l’inizio di un processo di cambiamento che mi sta scuotendo ripetutamente le ossa.
Sono viva.
Quando sento le persone che affermano che “vorrei ma non posso”, io mi arrabbio da morire.
Noi non siamo nati per essere routine ma Vita.
E’ il sognare che ci allontana dalla mera sopravvivenza e la fatica che investiamo in tutto questo è la benzina della nostra corsa.
La pazienza, la costanza e a volte anche il dolore fanno guadagnare la meta.
Non si vince nessuna gara senza muovere il sedere dalla sedia.
Sono felice; molto più che durante una sbornia colossale e soprattutto non avrò mal di testa domani.
Sono ubriaca di vita.
Ecco perchè mi devo mordere la lingua quando vedo persone che hanno talento ma non sopportano di incamminarsi lungo una salita.
Mi intristisco quando si da in abbondanza ai bambini ma non si insegna loro il valore della fatica perché così non li si prepara al “dopo”.
La felicità ha un peso specifico ben maggiore della fatica.
La felicità non dipende da nessun altro a parte te stesso; essa non sente l’esigenza di piegare terzi al proprio volere, perché è un entità che balla libera, che non “incastra” ma attrae.
Ho imparato un sacco di cose che mi stavo perdendo.
Ho imparato a fare silenzio su ciò che non mi porta da nessuna parte.
Ho imparato che l’attesa è frustrante ma è anche riflessione.
Ho imparato che non esistono vittorie che non passino da un miglioramento di noi stessi.
Ho imparato che quando ricominci a “brillare” il mondo ti regala altre luci.
Ho imparato a buttare via ciò che non mi serve e ad usare le mie energie per ciò che desidero davvero.
Ho imparato a non sentirmi migliore di nessuno e a riconoscere che non posso piacere a tutti.
Ho imparato (per l’ennesima volta) che la verità è sempre la migliore delle scelte e che la vera libertà risiede nel non sentire il bisogno di mentire.
Ho imparato che non sono sola e non lo sono mai stata..
Ho imparato soprattutto il valore del sacrificio.
Ti dedico un pezzo del mio sogno e ti dico “Grazie” per essere stato al mio fianco perché ho imparato anche che senza gli altri non sono nessuno, se non una voce senza eco che cade nel buio.
Quindi ti esorto; fai fatica perché essa non ti deluderà mai.
Vai a scalare la tua montagna e ammira l’orizzonte che ti si presenta.
Tu sei nato per crearci qualcosa con questa tua fatica.
Qualcuno di cui non mi ricordo il nome diceva che non c’è nulla di così faticoso come sostenere l’eterno peso di un compito non concluso.
Concordo.
Vatti a sudare la tua fetta di felicità e rendi omaggio così alla tua vita.
Tu sei nato per qualcosa di diverso dal semplice respirare e piccolo o grande che sia il tuo sogno, tira su il sedere da quella sedia e vattelo a guadagnare!
Tic tac Tic tac…
Vivere, nessuno ci ha insegnato a vivere. Dice una bellissima canzone e nel vivere noi ci avviamo verso la direzione che riteniamo più opportuna.Provo stima e felicita’ quando qualcuno sceglie la sua strada, quindi auguri per aver realizzato il tuo progetto.Non condivido a pieno alcune affermazioni. (Nella vita fai in modo di sognare sogni realizzabili) Non mi ricordo chi lo ha detto ma certamente un saggio.Vi è una linea ben precisa di demarcazione che divide i sogni dalle chimere.Se riusciamo ad individuarla, vuol dire che siamo in grado di camminate in equilibrio tra la paura di vivere e i sogni irrealizzabili che ci danno quell’aria interessante di chi si fa bellissime seghe mentali.
Chi distingue un sogno realizzabile da uno irrealizzabile? Non siamo solo raziocinio siamo anche anima e fortuna è ciò che immaginiamo a volte è limitato.. Tendo a guardarmi da chi mi blocca l’ambizione perché la felicità non è nella metà ma nella corsa stessa..
Stay tuned..Ci vediamo tra qualche po’
Auguri per il tuo primo “anno e un giorno” … e perdona il ritardo …
Congratulazioni per le tue soddisfazioni, per i sogni inseguiti e realizzati, per questo tuo voler spronare “altri” a farlo, congratulazioni…
Hai ragione, tutti dovrebbero inseguirli, nessun sogno è matematicamente irrealizzabile pur non essendo detto e/o dato per scontato che “tutto avvenga”. Tutti noi abbiamo qualche sogno/desidero più o meno segreto in qualche cassetto più o meno segreto di qualche mobile più o meno segreto, ma quella fatica… a volte forse sembra troppa, inaffrontabile. O forse risulta più facile non sudare. O forse troviamo scuse, addirittura “faticando in altre salite”, salite diverse… Mah, strana la mente umana, a volte “funziona meglio” l’istinto animale…
..beh, peccato, perché ignorando i nostri sogni… a volte forzatamente, nascondendoli in un cassetto ancor più segreto, di un mobile ancor più segreto… non si avrà mai la serenità nell’animo, perché i rimpianti non si possono ignorare… peccato, per chi non vuole sognare… 😉
Peccato per chi non vuol sognare ..I sogni rendono leggeri, felici e a fatica purifica, riscatta..
Io ho un grande bisogno di riscatto e forse come me, tanti altri..
Grazie Daniele, Apprezzo i commenti direttamente sul blog
Auguri e che sia il primo anno di tue letture ….
Grazie di esserci.
In realtà sono io che dovrei dire a te “grazie di esserci”..
Quindi: GRAZIE di esserci!
Un abbraccio!