Polvere
Polvere.
Negli occhi, nella bocca, sulla pelle.
Faccio fatica a deglutire e anche a respirare.
Mi fischiano fortissimo le orecchie e ho tanta paura di cadere.
Se casco rischio che mi saltino addosso, che mi schiaccino.
Devo rimanere in piedi e continuare a camminare attraverso la scia di persone che corrono spaventate in tutte le direzioni.
Devo trovare mia sorella.
E’ piccola, avrà paura.
La mia mamma è morta; l’ho vista immobile e tutta insanguinata.
Aveva gli occhi aperti come il mio vicino di casa il mese scorso.
L’ho chiamata tanto ma non mi ha risposto.
L’ho dovuta lasciare là perché le mitragliatrici continuavano a sparare.
Qualcuno seppellisce i corpi dei morti?
Non volevo lasciarla là sola per terra..
Mi mancano le forze, le gambe sono molli.
Mi gira le testa, ho un’ondata di freddo al collo.
E’ l’onda della paura; ho tanta paura.
Devo respirare meglio, mi sembra di soffocare.
Ho già vomitato anche quello che sono riuscito a mangiare ieri.
C’era la mia mamma con me a mangiare ieri..
Mi viene da piangere.
Non devo piangere, devo trovare mia sorella.
Ho tanta paura le sia successo qualcosa.
Mi fa male la gola, sento un nodo così stretto che mi sembra di soffocare quando penso che potrebbe essere morta anche lei in mezzo a tutta questa polvere.
Devo aprire bene gli occhi.
Le persone non si riconoscono quando sono così sporche di polvere.
Lei è piccolina ha solo quattro anni.
Per quanto mi bruci la gola mi sforzo di chiamarla.
La mia voce suona strana con la bocca così piena di polvere.
-Aasmaa!!-
Sempre più forte.
-Aasmaa!!-
Tante persone attorno a me gridano i nomi dei loro cari.
Devo trovarla, non ho ragioni per vivere da solo in questo mondo terribile.
Ho già perso il mio papà e poco fa la mia mamma..
Devo guardare oltre la polvere e trovare la mia sorellina.
Devo aiutarla.
Io sono quello grande.
Ho quasi otto anni..
(Aleppo oggi.Diverse parti del mondo oggi. Non facciamo silenzio.Il silenzio cresce come un cancro..)
Non correre fermati trova te stessa e dentro di te troverai tutto.Tutto resta decantato e con uno sguardo lontano, tutto si legge con un’altra prospettiva.
Certi sguardi non dovrebbero essere lontani ma vicini perché finché si “decanta” non ci si rende conto che ciò che ora violenta un popolo potrebbe capitare un domani a noi, alle mie figlie..Quindi io voglio correre a vedere e voglio anche stare male perché il dolore a questo serve: a capire.