Le cose non dette
Le cose non dette…
Ah, su questo tema ultimamente non ci potrei fare solo un capitolo ma riempirci una biblioteca intera.
Le cose non dette sono quelle che ti logorano dentro, ti scavano solchi che neanche il traforo del monte bianco e, dalla posizione in cui sedimentano, sono capaci di corrompere anche il carattere più granitico che esista.
Siamo così impegnati nell’apparire forti e bravi da non renderci conto che a volte, la nostra idea di “persona vincente” sia falsata dai canoni della società in cui viviamo.
Così, per aderire allo schema malato del Super Eroe, colui il quale non si inchina mai alle proprie debolezze e ai propri dubbi, ingoiamo così tante domande da attorcigliarci da soli dentro di esse.
Ho avuto a che fare con “cose non dette”, così tanto spesso negli ultimi anni, da costruire un’idea di me e di chi mi circonda, così distante dalla verità da non capirci più nulla.
Per la legge che le nostre credenze indotte creino l’individuo che siamo, io fino a ieri mi ero convinta di essere una donna forte circondata da persone più deboli di me e da una marea di cose da risolvere da sola.
Ne sono uscita nervosa e stremata e in realtà nulla era più sbagliato.
Nel momento in cui, con le persone vicine, ho cominciato a mostrare le mie fragilità, mi sono resa conto che c’era un sacco di gente disposta ad aiutarmi ad andare avanti.
Quando mi sono “abbassata” a spiegare ciò che sentivo, ho notato che invece di reputarmi debole, stranamente mi sentissi più autentica e serena.
Ero assolutamente e fottutamente libera.
Inoltre, quando ho ammesso le mie insicurezze, anche chi avevo di fronte è stato disposto a mostrarmi le sue.
Finalmente, su situazioni incancrenite nel tempo, sono riuscita a trovare un bandolo della matassa.
Le cose non dette sono scorie che fanno arrabbiare.
Le cose non dette sono granelli che costruiscono montagne.
Le cose non dette sono finte sicurezze.
Ho guardato attorno a me e mi sono resa conto che le persone più forti che conosco non hanno paura a chiedere, non hanno paura a mostrarsi, non hanno paura a rischiare un no.
Hanno le spalle larghe, molto più larghe dei no che beccheranno.
Ci ho provato anche io e, insieme al mio no, è arrivata la stima di me, il coraggio e la forza.. Quella vera però.
Ho imboccato di nuovo la strada perché finalmente non dovevo rimanere ferma ad aspettare che qualcosa o qualcuno decidesse per me.
Ho visto chi voglio essere e dove voglio andare.
Oggi quindi ho finalmente detto tutto ciò che avevo da dire, è una bella giornata, c’è il sole, ho combattuto la mia paura e sono schifosamente felice.
Grande Claudia, sei stata chiarissima
Prego Elena!