Amore in ufficio
Erano colleghi da un anno ma si piacevano dal primo giorno che lei aveva messo piede in quell’ufficio.
Lui, il direttore commerciale dell’azienda; sorriso sulla bocca e battuta sempre pronta.
Lei, nuova impiegata al marketing; tanto entusiasmo e mille idee sulla punta della lingua.
Avevano finto per mesi che l’attrazione reciproca non esistesse ma, il lunedì, quando tutte le persone di solito sono disperate per l’inizio della settimana lavorativa, entrambi si alzavano presto per potersi dedicare il tempo necessario per varcare la soglia dell’azienda al top della forma.
Lui aveva anche ricominciato a correre.
Lei, sportiva da sempre, svaligiava da mesi la profumeria preferita.
Lui era sposato.
Lei lo sapeva.
La moglie?
A detta di lui, una donna noiosa, ormai insensibile alle sue attenzioni perchè da anni dedita esclusivamente ai figli ed alla sua mania per la cucina.
Forse presto avrebbero divorziato..
Fù così che, in virtù di questa triste cantilena, una sera, in chiusura d’ufficio, ci scappò il primo bacio.
Ne seguirono tantissimi altri rubati, ed alla fine avvenne l’inevitabile, replicato in numerose pause pranzo.
L’eccitazione del lavorare fianco a fianco, fingendo un’indifferenza professionale, riempiva la relazione di un brivido rinnovato, giorno dopo giorno.
La sera ognuno tornava verso la propria casa, con l’energia dell’eterno fidanzato e la serenità di chi è è stato appena appagato.
Ma la moglie stanca, capì che stava perdendo il marito e decise di pagare la sua cieca insensibilità, chiudendo un occhio sull’avvenuto.
Le donne lo sanno, lo sanno sempre.
Da quel momento in poi, l’unico obiettivo fu quello di riportarlo sulla strada di casa.
Bastò qualche cena con relativo dopo cena, senza il continuo vociare in sottofondo dei loro bambini per riportare l’uomo a ciò che era sempre stato: un padre amorevole ed un marito ancora innamorato.
Il lunedì che sopraggiunse alla riappacificazione famigliare, vide i due colleghi amanti di colpo impacciati: lei stranita dalla sua sensibile indifferenza, lui angosciato dall’esigenza di amputare in fretta quella relazione diventata nociva per la sua stessa esistenza.
Mercoledì, in pausa pranzo, proprio nell’ora della loro costante felicità, lei sentì ciò che non avrebbe mai voluto ascoltare.
Quell’amore, che pensava di avere stretto tra dita, non si poteva conservare ma le scivolava definitivamente dalle mani.
Ne pianse, ne pianse parecchio perchè lei amava sì col corpo ma soprattutto col cuore.
Ciò che prima tra di loro era semplice, ora diventava doloroso ed i colleghi cominciarono a capire.
Lei provò ad uscirne in tutti i modi ma non fu possibile in quanto, quel distacco necessario per potersi curare, non avrebbe mai potuto esistere finchè avessero lavorato a portata di voce.
Quella relazione, così eccitante all’inizio, si era presa il cuore di lei, la sua sicurezza ed anche il suo lavoro..
E fu così che in silenzio, una sera di Marzo, lei raccolse le sue cose in una scatola color crema ed uscì definitivamente da quell’azienda.
Da fuori, in un fugace sguardo alle finestre illuminate del suo ufficio, non potè fare a meno di notare il sorriso di lui,
impietosamente sollevato, mentre chiacchierava amabilmente col collega al suo cospetto.
Quanta verità…. Le relazioni nate tra le pareti degli uffici hanno da sempre quel sapore di eterna gioventù, di eccitazione, di trasgressione…. Gli incontri tra i corridoi, quei sorrisi scambiati fugacemente tra un caffè ed un fax… Quelle mani che si sfiorano,… E tu se entri in questo vortice sai quasi tutto della storia dell’altro ma vivi solo questa euforia tra pareti ventilate.. Ma prima o poi ci arrivi alla realtà. Devi solo sperare che sia la stessa che avevi sperato tu!!!!