Arrivederci tristezza!
Probabilmente la tristezza è la cosa più intima che esista al mondo; forse anche di più di trovarsi seminudi davanti ad uno sconosciuto.
E’ quella cosa che ti abita sotto alle viscere ed oltre i confini del cuore: per mostrarla devi praticamente accettare di scarnificarti.
E’ un buco nero, un passaggio segreto, una mappa che conosce la ragione del nostro malessere interiore.
E’ così intima e scomoda che spesso si finge non esista affatto.
Si ciba delle perdite subite o del perseverare degli atteggiamenti che adottiamo contrastando il nostro essere.
Ma è anche quel campanello di allarme che vorrebbe indurci a toglierci per un attimo dal palcoscenico della nostra vita e ragionare su quanto ci sta accadendo.
Quando parlo del palcoscenico, non lo faccio a caso in quanto alcune persone, più sono tristi e più “ridono forte”.
Questo, benché porti a poter contare su un nucleo di persone felici di ridere insieme a te, alla lunga incancrenisce il problema ed acutizza il dolore di vivere.
Ti è mai capitato?
Se ti è successo sai benissimo che la resa dei conti arriva alla sera, quando sei costretto ad appoggiare l’armatura sorridente sulla sedia ed il malessere si stende ingombrante sul letto accanto a te, bisbigliandoti tutte le sue ragioni alle orecchie.
Se sei in un periodo simile, accetti un consiglio?
Accogli Madama Tristezza ed ascoltala ben bene, anche se il vestito griglio che la ricopre non è assolutamente di tuo gradimento.
Ella non è un nemico ma il messaggero di qualcosa che devi affrontare.
Non è un vuoto da colmare ma un silenzio da sostenere.
Non è divertente come una risata sguaiata, un bicchiere di vino insieme a chiunque sappia fare casino ma sicuramente è più onesta e più vera.
Ascoltala, accettala e poi torna in te.
Non si può ridere per sempre: le cose accadono, le persone feriscono, alcune ci lasciano, altre ci deludono.
E’ parte del gioco, non puoi farci nulla.
Muhammad Alì, il grande pugile e Uomo che pochi giorni fa purtroppo se ne è andato per sempre, disse:
“Dentro un ring o fuori, non c’è niente di male a cadere. E’ sbagliato rimanere a terra.”
Se non accetti la tristezza rimarrai col sedere sul selciato sprecando tutte le tue energie nel fingere che vada tutto bene.
Perché non ti abbandoni invece e non la senti tutta?
Smettila di ingannarti.
Smettila di perderti.
Smettila di ridere di facciata.
Smettila di accontentarti e di non rispettarti.
Smettila soprattutto di punirti.
Piangi se ti va ma dopo perdonati ed amati ancora…
Ora puoi gioire con onestà e non preoccuparti per un po’.
Ma è bene tu lo sappia: la tristezza tornerà tutte le volte che avrai bisogno di lei.
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