I desideri non esauditi
I desideri hanno un peso specifico.
Non credo sia lo stesso dell’anima perché è facile che alcuni pesino molto di più.
A volte li desideri così tanto da sudare o da tremare ma, sapere che si esaudiranno, è l’unica cosa che ti fa rimanere in piedi.
Il problema però è che, nella vita, niente va esattamente come desideri o come ti eri immaginato fosse giusto andasse.
Ci sono un sacco di contrattempi che, a tradimento, ti buttano fuori strada e ti fanno perdere l’orientamento.
Così tu devi riorganizzare il GPS e ripartire da dove sei cascato e magari impiegare del tempo anche a ripulire i vestiti dal fango e dalla polvere che ti hanno sporcato.
I più difficili da digerire sono i desideri che stringevi fra le mani e sui quali contavi già.
Quelli che avevano cominciato a renderti felice e che, quando se ne vanno, scavano delle voragini che caderci dentro è un attimo.
L’unica cosa che riesci a fare, nel tempo che impieghi ad osservare pietrificato la tua mano vuota, è quello di pensare cosa tu abbia fatto di male.
Capita che mentre ti fermi lì a rimuginare tu non veda più il resto delle opportunità che potresti far germogliare.
Ci sono persone che hanno congelato un’intera vita, su un desiderio perduto.
Poi ci sono loro; i desideri effimeri.
Sono quelli che, se li guardi dentro, ti rendi conto di quanto poco valore abbiano in quanto, la gioia che proiettano, non vale tutta la fatica che hai fatto per ottenerli.
Sono quei desideri che, se ti impigli nel loro meccanismo, ti regalano solo lunghi periodi di noia e perdita di tempo.
Dicono che Babbo Natale li debba subire tutti, nel periodo dell’anno in cui dà il cambio all’Altissimo.
Forse è per questo che da anni non si fa vedere: la loro qualità è talmente scarsa da fargli avere voglia di mettersi in mutua per depressione.
E forse Babbo Natale è davvero in mutua da un po’; siamo noi che non ce ne accorgiamo, dal momento in cui diamo per scontato che egli non esista affatto.
Tra tutti i desideri che ho espresso, ne esiste uno per il quale ringrazio la vita che mi sia stato restituito come desiderio non esaudito.
Esso ha un nome ed un volto che io avevo “programmato” non sarebbe mai arrivato.
Fortunatamente quel volto è sempre stato molto più forte e coraggioso di me e, come accade tuttora, non mi ha proprio ascoltata.
Da allora sono condannata ad essere molto più felice di quanto avessi deciso ed immaginato.
Quel desiderio domani compie sei anni e, come primo segnale della sua esistenza, mi ha negato la più dolorosa delle ragioni e l’ha trasformata in pura gioia.
Ecco, questi sono i desideri non esauditi.
Quelli che, come ho detto, se ne fregano di fare ciò che avevamo deciso noi e ci cambiano la strada da sotto ai piedi.
Ma forse è proprio nell’errore o nella variazione imprevista che la nostra vita, alla lunga, diventa più colorata.
Forse sono proprio i desideri non esauditi quelli che ci costringono a trovare nuovi modi e risorse; quelli che ci costringono a crescere e (perché no?) anche eventualmente a rivolgerci al Babbo in rosso, nello stesso modo speranzoso in cui lo facevamo da bambini.
Quelli che, a conti fatti, ci costringono ad aver fede oppure a cambiare idea.
Se poi assomigliano tutti ai volti delle persone che ti innamorano a tradimento, allora mi dispiace per te ma, questo Natale, ti augurerei di incontrarne almeno uno di questi desideri.
E spero anche che lavori a beneficio di ciò che adesso, non puoi neanche immaginare.
(Auguri amore mio, grazie di essere qua)
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