Il maschio Stro e l’Uomo Vero
Il maschio Stro è quell’essere egocentrico e villano che da piccola ti faceva correre tra le braccia della mamma singhiozzando -mi ha detto che sono brutta e sdentata- proprio il giorno in cui arrivavi fiera alla materna, col vestito migliore ed un dente da latte in meno, soddisfatta per il tuo diventare grande.
Era anche quello che immancabilmante ti piaceva più di tutti perchè il suo modo di dedicarti attenzioni, per quanto fossero negative, era metodico, accanito e costante.
Una giovane età per scoprire la diffusa tendenza femminile al masochismo.
Negli anni delle superiori te lo ritrovavi nelle classi dei più grandi che ti fissava arrogante dalla porta della sezione mentre passavi per il corridoio con la testa chinata per l’imbarazzo, la faccia viola ed il cuore che batteva all’impazzata.
Tu nel frattempo, invece di restituirgli un bello sguardo beffardo, eri così rincretinita da passare ore ed ore sul diario di scuola, beccandoti dei 5 a mitragliata dalla professoressa di turno, che non ti vedeva attenta alla lezione.
I miei diari di quei tempi erano così pieni di scritte da non riuscire a chiudersi bene per la grande quantità di inchiostro versato, nella strage di penne sacrificate al divino Eros.
Purtroppo ai tempi ancora non ero consapevole di cosa significasse la frase “ormoni in sobbuglio” e, adesso che lo sono, perdono il fatto che, in tale disperazione, persino Ramazzotti con le sue canzoni mi facesse battere il cuore.
(Non desidero tornare mai più sulla questione, l’ho rimossa, è stata dura e parlarne non mi fa’ ancora bene).
Nell’età tra i 25 ed i 30 anni il maschio Stro era la tipologia di uomo dalla quale ti eri finalmente emancipata. Anzi: visto che ne avevi appurato la connotazione prettamente negativa, te lo andavi a cercare per disintegrarlo e se non lo trovavi trasformavi alcuni poveri malcapitati in sacchi da picchiare.
E allora partivano interminabili discorsi telefonici (per dimostrare delle ragioni tra l’altro inutili) che avrebbero sdraiato dalla noia anche un rinoceronte sotto Prozac.
Nel frattempo tu, trasformata in una aggressiva Chimera costruita dai temibili volti di eroi mitologici quali Xeena, Don Chisciotte e Orso (di Masha e Orso), perdevi così tanto tempo a “Singolar Tenzone” con il maschio Stro di turno, da non renderti conto di tutti quegli esseri ammirevoli che ti passavano di fianco coi connotati dell’Uomo Vero.
Insomma, non ti piaceva per niente, ma riusciva comunque a risucchiare tutte le energie che avrebbero potuto essere dirette alla conquista di una vita sentimentale dignitosa.
Finalmente, passati i 30, il maschio Stro ha cominciato a non fregarti più.
Sei così cristallizzata nella tua consapevolezza che lo fiuti a km di distanza e invece di adorarlo o combatterlo, lo ignori bellamente (non prima di aver dato una accarezzatina al suo ciuffo, perennemente fonato all’insù).
Certo, ammetti che possa avere le sue attrattive, soprattutto dal punto di vista “fisico” perchè questo suo continuo punzecchiarti è quello stimolo sessuale del genere” si litiga per fare la pace”.
Ora però, alla lunga, il giochino ti stufa piuttosto che darti gioia.
L’Uomo Vero è quello di cui ti puoi fidare.
Un uomo che non ti ammazza di noia e che tendenzialmente ti “tira giù le penne ” almeno un paio di volte a settimana.
E’ quello con cui poter condividere passioni, un pregiato bicchiere di vino ed interessanti nozioni di cultura generale.
E’ quello in grado di seguirti in un sogno ed anche di darti delle dritte per poterlo far decollare.
E mentre siete sul divano a chiacchierare con l’Uomo Vero, il maschio “Stro” è ancora a caccia per la città, con l’auto sportiva lucidata a dovere che si guarda il ciuffo imbalsamato nello specchietto retrovisore, notando con rammarico la prima stempiatura sulla fronte perennemente lampadata.
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