Quattordicimila e seicento sorrisi
Quattordicimila e seicento sorrisi.
Questo il patrimonio a me rimasto, dei quaranta anni vissuti in questo mondo.
Probabilmente sono molti di più, ma voglio fare un calcolo per difetto, moltiplicando semplicemente i giorni di un anno per quaranta.
Invecchiare mi ha sempre fatto paura; come a tutti credo.
Non penso sia solo perché il mio corpo cambia e ovviamente, lo fa in peggio.
Invecchiare mi fa paura perché ogni momento che passa è un momento in meno del tempo totale che ho a disposizione.
Per questo, i miei anni, li prendo tutti.
Certo, mi tocca tenere le 200 delusioni, quel paio di fastidi amorosi, le ginocchia sbucciate, le altre ferite, le figure di merda, le sgridate, gli amici perduti, le litigate, i pianti, le notti passate in bianco e i quarantatre minuti nei quali, lo ammetto, ho indossato un paio di ballerine.
Non fa niente, lasciatemi tutto; basta io abbia i miei quattordicimila e seicento sorrisi.
E poi mi sento ancora una bambina… Se sto lontana dall’implacabilità degli specchi, tra l’altro, nessuno si azzarda a dirmi il contrario: nessuno che sia ancora vivo, intendo.
Quindi, ho in valigia, quaranta anni di sorrisi.
Parliamo di quelli che ho ricevuto in questo tempo?
Tanti, tantissimi e forse sono proprio questi che mi mancherebbero di più.
Hai presente l’attimo prima di morire?
Deve essere qualcosa di simile ad una scossa di lucidità nel cervello.
Secondo me non sei neanche triste; sei solo colpito dalla consapevolezza che, tutto ciò che ti è rimasto, è molto più in profondità di ciò che hai attorno.
Sai finalmente dove sia il valore del “tutto” e magari ti scappa anche da ridere per non averci pensato prima.
Io vorrei mi scappasse da ridere, mentre capisco quanto sono stata idiota, ad affannarmi per ciò che neanche con la colla più potente, mi potrei portare dietro.
E allora saprei che l’unica cosa che vorrei vedere per l’ultima volta è proprio lo scopo della nostra vita, ovvero collezionare più sorrisi possibili da attaccare al cervello.
Vorrei visualizzare il sorriso delle mie figlie, quello dei miei cari, degli amici e forse dell’amore: tutti insieme.
Tanti sorrisi importanti che si scremano durante gli anni di esistenza.
E’ per questo che li voglio tutti i miei anni. Ognuno di essi ha il patrimonio dei gradini che mi porteranno più serenamente altrove: i miei sorrisi necessari.
Che poi la vita, a dieci, venti, trenta o settanta anni, che cos’è se non uno spazio tra un paio di labbra distese e l’altro?
Buon compleanno a me e… Sorridete, finché ce n’è.
Bellissimo testo. Grande Claudia. Il riferimento alle ballerine è per la Clod?
Sì, ma non glielo dire…