Ridere a salve
Ridere fa veramente bene.
Infatti, se vuoi fare a qualcuno il più bel regalo del mondo, regala una di quelle risate da fargli stringere la pancia in una morsa, nella sensazione di soffocare.
Eh lo so, non è così semplice come strisciare una carta di credito ed è per questo che ultimamente mi rimbalza in testa la seguente domanda:
“Ma se una risata di questo tipo è rara, perchè sui Social siamo tutti così fottutamente felici?”
Questa esibizione di gioia estrema, quest’entusiasmo delirante per un piatto di spaghi al pomodoro mi comincia ad urtare perchè mi puzza di genuino quanto il naso di Belen.
Mi lasciano un po’ basita tutti questi selfie sorridenti, uno la fotocopia del precedente, postati su Instagram con Hashtag tipo “felicità” “happy” ecc.. Senza alcun motivo se non esibire qualcosa che, nel momento raro in cui la si possiede, la si dovrebbe godere e basta.
Poi, per l’amor del cielo, ci sta che, dopo aver scofanato un piatto di pastiglie di prozac, sia entusiasmante anche fare colazione, spulciare un maglione infeltrito, fare pipì (be’, se ne produci tanta quanto me, ritratto sulla veridicità della tua gioia).
Comunque, io non solo non riesco a comprendere come si faccia ad essere così entusiasti di tutto (sorridi..Selfie!) ho anche il dubbio che investire tempo a descrivere felicità piuttosto che a cercare di provarla, faccia perdere la parte migliore della nostra vita.
Se io mi trovo dinnanzi a qualcuno che mi fa ridere, del Social me ne sbatto di brutto; certe alchimie sono così rare che al contrario, ci passo tutto il tempo che posso, altroché selfizzarmi!
Siamo schiavi di cene su cene passate con la faccia sullo smartphone, mentre le persone che sono di fronte a noi non le ascoltiamo neanche, salvo poi dichiarare di essere estremamente felici di aver passato del tempo con loro attraverso un sorriso a salve postato su Social.
Tu lo sai quando si ride davvero?
Quando si ride e basta.
E la felicità che cos’è?
Per me è aver la voglia di ficcare quel benedetto telefono su per il c… corridoio (appoggiato sul mobile dell’entrata, di fianco alle chiavi di casa) perché ciò che mi sta capitando ha più spessore dentro un ricordo che dentro una ram.
Se trovi persone che ti danno questo, implorale di rimanere nella tua vita.
Per il resto del tempo invece, possiamo riabituarci ad essere tra i pochi normali, piuttosto che tra i tanti fenomeni X-X-X-Happy.
Lucio Dalla in ” Disperato Erotico Stomp cantava: “Ma l’impresa eccezionale dammi retta è essere normale”.
Sono perfettamente d’accordo con lui (anche se non penso che posterò la canzone per non urtare la sensibilità di chi reputa che mangiarsi un’insalata con le noci, sia più divertente di fare sesso).
Riprenditi il diritto al tuo umore naturale e ogni tanto non ti vergognare ad ammettere di poter essere triste o semplicemente “sereno”.
Se passi un’ora senza dover dimostrare qualcosa al mondo magari non diventerai più felice ma sicuramente sarai più VERO.
Ti lascio con un siparietto di Charlie Brown che, oltre a continuare a perseguitarmi, trovo anche molto calzante rispetto al nostro tempo:
– Secondo me tu hai paura di essere felice, Charlie Brown. Non pensi che la felicità ti farebbe bene?-
– Non lo so, quali sono gli effetti collaterali?-
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