Storia di Giulia: SETTE
Il ragazzo l’accarezza con lo sguardo mentre lei sale in macchina e se ne va’.
Lei è bella, ma sembra anche molto triste.
La carnagione è spenta e il viso sembra sfruttato da parecchie notti insonni ma le labbra sono carnose e gli occhi vivi, malgrado la palpabile afflizione.
E’ vestita di tutto punto, il caldo non l’ha portata ad osare, denudarsi, come la maggior parte delle donne che conosce; dispone di quel tipo di bellezza che è consapevole della propria età e fisionomia.
Avrà sui trentanni o poco più, insomma qualche anno meno di lui, che ne ha trentotto.
Il ragazzo si scopre a fantasticare di una donna sconosciuta che ha visto solo una decina di minuti prima.
E’ ridicolo!
Forse è stato il ruolo che ha impersonato, quello del “Cavalier Servente” a renderla così interessante.
Il ragazzo non ha mai avuto tanti problemi ad avere compagnia per una serata anzi, le donne single dopo i trenta con lui sono sempre piuttosto disponibili.
In quella situazione però, si è appena sentito utile e forte, cosa che capita di rado e gli è piaciuta.
Sì, forse è solo questo pensa, mentre monta in macchina per tornare a casa.
Giulia sta guidando per la città.
Non ha nessuna intenzione di rincasare immediatamente.
Ha paura di trovare “Lui” ed è ancora troppo scossa da ciò che è appena capitato.
Come mai solo adesso si accorge della violenza che albergava in quell’uomo che lei ha tanto amato?
Come mai solo ora si rende conto della sua capacità di muoverla come una marionetta al fine di ottenere da lei discrezione, fiducia, amore ed assoluta fedeltà, malgrado le misere briciole d’amore che le dava da mangiare?
Cosa le è capitato in questi ultimi due anni?
Cosa l’ha resa così debole e remissiva?
Giulia batte il palmo della mano sul volante con un moto di stizza.
Sente che finalmente sta recuperando le forze, che sta tornando in sé e sta ragionando con la razionalità che le è stata sempre propria.
L’amante? Io? Per due anni?
Si guarda nello specchietto e ciò che vede non le piace più.
Aveva delle belle gote piene, un sorriso accattivante ed ora è solo zigomi e mestizia.
Si sforza di sorridere e ci riesce, malgrado sia strano farlo per niente.
La felicità arriva dopo che hai già sorriso.
E’ sempre stato il suo motto, qualcosa di cui andare fiera.
Se lo dice da sola, si fa da maestra, di nuovo.
Si sente di nuovo.
Così stira le labbra e scopre i denti, anche se non ha nulla per cui compiacersi a parte l’odore dei fiori e dell’erba tagliata che proviene dal finestrino aperto della macchina in corsa..
A parte il guizzante calore al cuore causato dagli occhi profondi di quel ragazzo gentile che l’hanno accompagnata con lo sguardo, finché non è partita..
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